Pochi giorni fa UsaToday (vedi link) riporta di come negli ultimi mesi spedizioni archeologiche sopra i 3500 metri nei monti del Wyoming abbiano riportato alla luce insediamenti umani risalenti fino 4 mila anni fa, che i Nativi Americani usavano per la caccia e la raccolta nei mesi estivi.
Il Wind River Range ha restituito ben 13 siti archeologici (il prossimo numero di “The Journal of Archaeological Science” preciserà che ora se ne conoscono 19 in zona) ad un altitudine rara per le abitudine preistoriche nordamericane.
Il team di ricerca della Colorado State University, guidato dall’archeologo Richard Adams si chiede come mai si siano arrampicati fin lassù. Sulle Ande sudamericane sappiamo che gli Inca (solo mille anni fa) raggiunsero i picchi anche fino a 8mila metri e sempre per motivi politico-religiosi.
Ora la stessa domanda appare in Nord America e, come diciamo spesso parlando di archeologia di montagna “costa un sacco scavare lassù”: esattamente queste la parole dell’archeologo David Hurst Thomas dell’ American Museum of Natural History di New York (anche lui coinvolto nei lavori di ricerca). Per giungere in sito bisogna scalare il monte, attraversare ghiacciai e magari incontrare anche orsi pericolosi. Per questo forse Matthew Stirn, studente della University of Sheffield (UK) ha detto che “sembra archeologia estrema”! Stirn ha però inventato una formula per ipotizzare dove possano essere i villaggi preistorici (diminuendo così le ore di ricerca) basandosi sulla presenza di una particolare pianta (il pino bianco) che produce molte nocciole facenti parte della dieta dei popoli preistorici del Wyoming
Pare che non fossero solo campi per la caccia nel breve periodo, bensì – stando agli artefatti ritrovati – questi villaggi fossero veramente insediamenti semi permanenti, ottimi per l’estate e pertanto vissuti anno dopo anno. La datazione va dai 2700 ai 4000 anni fa, facendo del villaggio di “High Rise” il più alto villaggio alpino del Nord America! Pare che gli Sheepeater Shoshone, i Nativi della zona, lo vissero fino a che non furono obbligati a trasferirsi nelle riserve, portando a ben 2mila gli anni di frequentazione continuativa. Forse – si chiede il team di ricerca – andrebbe rivisto lo stereotipo in base al quale le terre basse sono le più semplici da abitare..