Il British Museum di Londra sta ospitando una piccola ma significativa mostra di reperti archeologici della cultura giapponese Jomon. Con questo termine si indica una vasta fase della storia nipponica, che ha interessato la zona centrale dell’isola pacifica dal 12.500 fino al 1.000 a.C. Le ricerche in siti Jomon (letteralmente “marcati con le corde”) hanno rivelato alcuni impressionanti reperti, tra i quali vasi in terracotta di incredibile raffinatezza. Questi vasi erano cotti in forni che potevano raggiungere anche i 900°C ed erano modellati a mano per essere rifiniti con un uso sapiente di legno e corde, il cui passaggio “a rullo” consentiva di ottenere i fini incavi che possiamo ancora oggi ammirare.Quello che però è maggiormente interessante di questi ritrovamenti è la datazione. Le più antiche terracotta giapponesi sono datate al 14,500 a.C.! Diverse migliaia di anni prima delle terracotta del Vicino Oriente o del Nord Africa. Due fantastici pezzi sono esposti nella piccola sala alla destra dell’ingresso principale del famoso Museo londinese. Lo studio di questi vasi ha permesso di recuperare resti di cibo carbonizzato. Erano dunque torce o vasi? Probabilmente entrambi e forse erano fissate nel terreno grazie alla loro forma “a cono” che ne consentiva un facile ancoraggio a terra. I fini disegni che ne ricoprono le superfici esterne sono ancora da decifrare completamente: da spirali a S, a fiamme, a “dragoni” e forse ad onde. Alcuni archeologi sostengono che gli tsunami del Pacifico abbiano colpito diverse volte le popolazioni Jomon della costa.Lo scorso anno, nel nostro reportage dal Perù, abbiamo ricordato come la cultura Jomon abbia molte similitudini con quella Ecuadoreña di Valdivia. Dal 4.500 a.C. compaiono in Sud America le prime terracotta. Gli abili artigiani/artisti erano giapponesi? Vista la grande devozione per il mare che gli Jomon dimostrano in alcune loro lavorazioni non ci stupirebbe scoprirli abili navigatori. Aggiungiamo come, sempre a nostro parere, le volute simili a onde riportate sulla parte inferiore dei vasi Jomon esposti (appartenenti ad una vasta collezione i cui esponenti più magnifici sono alti anche 1,5 metri) ricordano l’ossessione per le onde che sono incise lungo la città sacra dei Moche a Chan Chan (vicino l’odierna città peruviana di Trujllo). Anche quella civiltà temeva, riveriva e controllava i capricci del mare, del Niño e degli tsunami..
Per approfondire Chan Chan vedi nostri post di dicembre 2011.