Negli ultimi 10 anni il Sud America è stato teatro di diverse scoperte archeologiche, sia per quanto riguarda i dati inerenti i primi abitanti, sia per le nuove evidenze che riguardano le grandi civiltà che ne hanno animato la storia. In questi post, che anticipano la nostra partenza, vorremmo darvi una rapida visione di questo scenario.
Nel nostro ultimo articolo abbiamo indicato la data simbolica della scoperta della fonte del Rio delle Amazzoni, tra il dicembre del 1999 e i primi mesi del nuovo millennio.
Sempre in Perù, nel 2002 degli archeologi americani hanno trovato i resti di un probabile tempio attribuibile ai Pukara, una popolazione andina che ha preceduto gli Inca di ben 2.500 anni. Questa scoperta fu la prima di molte – che ancora si succedono – e che stanno gettando luce su quella fase difficile da interpretare che precede l’inizio dell’impero incaico. La scoperta, avvenuta in altura, non poteva essere effettuata prima, per il fatto che il territorio dei Pukara era inaccessibile da anni a causa della presenza dei guerriglieri peruviani.
Nello stesso anno la Royal Geographical Society di Londra informava che una spedizione anglo americana aveva scoperto una città Inca finora sconosciuta nella zona montuosa di Vilcabamba, non lontano da Machu Picchu. Spedizione lunga, faticosa e costosa, che ha visto l’archeologo Ziegler e l’esploratore Thomson avanzare con il machete e con l’aiuto di ben otto muli e sette cavalli, oltre che diversi aiutanti. Cota Coca – questo il nome della località – ha rivelato ben 12 edifici avvolti dalla foresta ed è stato possibile raggiungerla solo aggirando il sottostante canyon e “piombando” dall’alto della cima soprastante.
Non certo una ricognizione archeologica molto agile…
Nella prima immagine (tratta dal website http://www.adventurespecialists.org/cotareport.html e nel quale troverete anche il report della spedizione) si vedono Hugh Thomson, John Leivers, Gary Bradly, Anne Bradly, Greg Dansforth al momento della scoperta. A seguire, la foto dell’archeologo Ziegler.