Il museo etnografico ed antropologico Ambrosetti di Buenos Aires, gestito dalla Facoltà di Lettere e Filosofia, ci ha riservato interessanti sorprese, quando ci siamo avventurati alla sua scoperta.
Situato in uno dei quartieri storici della città, è tuttavia poco conosciuto nonostante conservi al suo interno 80.000 pezzi, di cui solo 2000 in esposizione nelle 6 sale del palazzo storico che lo ospita.
Tra i più interessanti la ricca collezione di oggetti di uso quotidiano e rituale degli indigeni Selkmen della Terra del Fuoco, nonché numerose e rare fotografie che li ritraggono poco prima che l’impatto con la civiltà occidentale ponesse fine alla loro cultura, agli inizi del secolo scorso.
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel trovare una sala completamente dedicata al folklore boliviano nella quale trovano posto vestimenti originali in tessuto e placche d’argento massiccio dei “Danzatori di Luce” boliviani. Questi paramenti erano utilizzati durante la festa del raccolto di fine estate (festa che oggi continua, ma senza i pesanti ornamenti originari) e trasformavano i ballerini che sfilavano per le strade del paese in esseri ibridi, che da un lato ricordavano le divinità nate dal sincretismo tra dei locali e santi cristiani e dall’altro i conquistadores spagnoli, elmo incluso! Anche in Perù si possono trovare danzatori con le ali, i cosiddetti “angeli volanti” delle feste popolari di Paucartambo.
La collezione del Museo si completa con un’esaustiva doppia sala che ripercorre tutte le civiltà andine precolombiane. Bellissima sorpresa l’Ambrosetti, come il copricapo in piume amazzonico proveniente dal confine con il Brasile, che vi mostriamo nella foto.