Prima di lasciare l’Argentina attraversando le Ande all’altezza di Mendoza, per giungere a Santiago del Cile e proseguire il nostro reportage, veniamo informati che proprio in questi giorni l’UNESCO sta valutando il progetto definitivo per aggiungere il Qapacñan nella lista del World Heritage!
Il cosiddetto “Cammino degli Inca” è l’insieme del vastissimo sistema stradale dell’impero andino, il cui tratto principale era lungo 5.200 km, per collegare il regno da nord a sud. Questa strada pavimentata era larga almeno quattro metri e in alcuni tratti raggiungeva i 20 metri, collegando Amazzonia, costa Pacifica e Cordigliera Andina. Per lo più correva ad un altezza tra 3.500 e i 5.000 metri di altitudine e collegava centri amministrativi, zone minerarie, zone agricole e centri cerimoniali.
Partiva da Quito, in Ecuador e raggiungeva Santiago del Cile, passando anche per gli attuali stati di Colombia, Perù, Bolivia e Argentina.
Proprio questi sei paesi nel 2001, su proposta dell’allora INC peruviano (Instituto Nacional de Cultura) hanno sviluppato un progetto per la sua identificazione, studio, valorizzazione e conservazione. Il primo obiettivo è quello di conoscerne la vera dimensione in termini geografici, storici, etnografici, archeologici, educativi. L’iniziativa vuole anche implementare progetti di sviluppo per migliorare la qualità della vita delle popolazioni associate al “Camino”. Alcuni dati: l’intera rete viaria Incaica conta circa 60.000 chilometri di sviluppo, ai quali sono associati oltre 1.900 siti archeologici (moltissimi dei quali in quota) e 1.000 villaggi.
Ognuna delle sei nazioni coinvolte ha messo a disposizione una serie di esperti sotto il coordinamento centrale del progetto per raggiungere queste finalità. La professoressa Teresa Michieli, da noi incontrata a San Juan, è stata parte del gruppo di esperti interpellati per la parte Argentina.
Proprio in questi giorni, novembre 2011, dopo dieci anni (e in concomitanza con il nostro viaggio!), la commissione di sviluppo del progetto sta sottoponendo all’UNESCO l’intero lavoro perché il “Camino de los Incas” possa essere riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Umanità.
Suerte!