Affondate circa 3.000 anni fa e riemerse in una cava del Cambridgeshire alla periferia di Peterborough. Questo il ritrovamento annunciato dal Guardian questa settimana: si tratta di ben otto imbarcazioni dell’Età del Bronzo , di cui una lunga quasi nove metri e sono così la flotta più imponente di questa fase storica mai ritrovata nel Regno Unito.
Impressionanti i particolari: decorazioni interne ed esterne, maniglie scolpite nel tronco dell’albero di quercia da cui sono state ricavate (per il sollevamento fuori dall’acqua) e perfino la capacità di galleggiamento intatta. Una di queste imbarcazioni ha tracce di fuochi accesi sul ponte!
La conservazione è stata possibile grazie al limo acquitrinoso del letto di un torrente oggi secco, una volta affluente del fiume Nene, che ha seppellito le imbarcazioni in profondità.
Ma le imbarcazioni pare siano state deliberatamente seppellite nello stesso luogo. Le datazioni – in fase di definizione – parlano di circa 1000 anni tra la prima e l’ultima delle navi, suggerendo una sorta di “cimitero” navale.
Ian Panter, del Cambridge Archaeological Unit, conservatore a capo del progetto e che per ha assistito ai ritrovamenti, parla propone due ipotesi: o siamo innanzi al “Triangolo delle Bermuda” inglese, oppure semplicemente queste barche sono state offerte in rituale.
Ricordiamo che, soprattutto in Inghilterra, era diffusa la pratica di seppellire ritualmente oggetti (spesso in ceste) come armi o utensili per onorare od omaggiare i genius loci, o gli elementi naturali che rendevano il paesaggio in zona particolarmente sacro.
In effetti, leggendo le parole di Panter, “il torrente era una fonte ricca di pesci e anguille” e nelle scorse stagioni di scao la vicina Fattoria Much ha restituito depositi rituali di metallo, tra cui lance.
Altra possibilità, più pragmatica, è che le barche siano state depositate e ricoperte per mantenere il legno impregnato d’acqua ed evitare che il legno si seccasse. Ma allora perché non furono mai recuperate?