Sempre in Costa Brava per visitare quella che oggi è la scuola di archeologia più ambita dai carrieristi europei: Empúries.
Ci rechiamo dunque a L’Escala e parcheggiamo la nostra auto a pochi metri dove nel VI secolo a.C. i commercianti focesi avevano attraccato le loro barche. Qui oggi si trova un monumento che celebra un altro grande arrivo, quella della fiaccola olimpica dei Giochi di Barcellona del 1992. Camminiamo verso il piccolo paese di Sant Marti d’Empuries lungo la bella spiaggia, un’insieme d insenature accoglienti e ventose, fino all’ingresso del sito archeologico.
Il nostro interesse per questo sito si raccoglie attrono ad un fatto e ad una figura.
Il fatto è che, come già detto, qui si é arrivati via mare e dunque l’intero scavo, immenso e ancora da terminare, è in “zona mista” seppur ancora non ha interessato attività di archeologia subacquea. Un luogo liminale anche per la storia, in quanto alla fase focea e dunque greca, si è sovrapposta la fase romana (anche perché i Romani qui per un periodo sono stati alleati dei greci).
La figura cui ci riferiamo é invece quella di Esculapio, dio della medicina.
Vero che l’etimologia di Empuries risiede in emporio, punto di raccolta di merci, ma è anche vero che questa centralità era pure simbolica. Il dio Esculapio – la cui statua è da poco tornata al museo ospitato nel centro visite del sito dopo molti anni trascorsi a Barcellona ed è considerata la statua greca di maggior qualità in tutto il Mediterraneo Occidentale, in marmo bianco di Paros e in marmo del Pentelico, lo stesso dell’acropoli di Atene– aveva anche un santuario. Il dio della medicina era venerato perché la zona era affetta da malaria e in città è stato pensato quello che forse possiamo definire il primo ospedale, quanto meno concettualmente. La figura di Esculapio/Asclepio ci rimanda a tutti quegli studi sui Focesi (fondatori anche dell’Italica Velia, vicino Napoli) che li tratteggiano come abili interpreti della pratica dell’incubazione. Forse per questo una delle iscrizioni greche a mosaico qui trovate augura al transeunte “dolci sogni”?…
Il sito consiste in due vaste aree: quella a ridosso della spiaggia è la città greca, mentre quella che si allarga sulla collina retrostante è invece romana. Quest’ultima – come ci ha confidato il direttore del Museo di Empuries- è stata scavata solo per il 25% (quella greca, iniziata con lo scavo del lontano 1908, è completata). Qui ogni anno (e da 67 anni!) i migliori archeologi europei hanno a disposizione 30 ambitissimi posti per una scuola di archeologia classica che si può definire la migliore del mondo e che è un lustro per la Spagna e per il continente. Ogni università europea può proporre un solo candidato. Nel 2013 la Scuola ha scavato tre aree romane inclusa una di terme e una commerciale.
L’antica città, nonché primo insediamento, è ancora da trovare seppur è quasi certo che sia la vicina San Martì. Era nota col nome di Paleàpolis o città vecchia. Neapolis- città nuova – era il nome greco di Empuries. Passeggiare tra l’ agorà e la stoa greca mentre il mare canta nelle orecchie è davvero inebriante, così come colpiscono i bei mosaici romani della collina. Questo sfarzo è nato forse quando Giulio Cesare decise che Empúries sarebbe diventata una colonia di veterani che avevano combattuto al suo fianco nella penisola iberica. La città greca così venne oscurata da quella romana, che da accampamento per le guerre puniche divenne vera e propria città: anfiteatro, palestra, un grande Foro, botteghe e –ad oggi- anche due grandi ville.
Purtroppo non abbiamo il tempo di vistare i ripari rocciosi del Levante spagnolo perché dobbiamo proseguire verso l’Andalucia e visitare grotte e siti preistorici che richiamano tutta la nostra attenzione.