Alla fine dello scorso mese di luglio in Scozia circolano le prime indiscrezioni sui risultati di un recente scavo archeologico nella remota terra di Orkney. L’area è composta da siti famosissimi quali il “Ring of Brodgar”, le “Stones of Stenness”, e la tomba di “Maes Howe” che sono sempre stati considerati realtà indipendenti, frutto di diverse storie e diversi gruppi umani. Ora invece, grazie a degli nuovi scavi che hanno messo in luce un complesso templare di 5.000 anni fa sembra che tutti questi siti fossero interconnessi grazie ad un’unica comunità umana. Una complessità sociale dunque più sofisticata, le cui espressioni artistiche e religiose hanno portato alla formazione dell’ennesimo “paesaggio sacro”.
Secondo la news pubblicata sullo scotsman (www.scotsman.com) dello scorso 27 luglio, l’archeologo
Nick Card, a capo dello scavo insieme all’ “Archaeology Institute at the University of the Highlands and Islands”, sostiene che le nuove evidenza di Ness sono la prova che nella preistoria britannica il paesaggio era molto più “integrato” di quanto si pensasse.
“Tutti questi monumenti sono collegati tra loro in un modo che possiamo solo indovinare. Le persone che li costruirono erano parte di una società molto più complessa e capace di quanto ci eravamo immaginati finora” – ha dichiarato Card.
Lo scavo è al momento su Nat Geo del mese di agosto: sono stati ritrovati pezzi fantastici, da asce di pietra a coltelli, da figurine umane e bellissime pietre lavorate a spatola e oltre 650 pezzi di una ceramica incredibilmente fine, la più grande collezione mai ritrovata in Gran Bretagna. E solo il 10% del sito è stato scavato a Ness…
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