A febbraio siamo stati alla prima edizione della fiera ExpoEmergenze a Bastia Umbra per incontrare Siralab (www.siralab.com), una realtà italiana SpinOff accademico del Dipartimento di Ingegneria Elettronica e dell’Informazione dell’Università Degli Studi di Perugia, che da qualche anno sta facendo parlare di sé per le tecnologie che mettono al servizio anche dell’archeologia. Nell’intervista con Michele Feroli (Program Manager Siralab) conosciamo da vicino i metodi di prospezione archeologica possibili con le nuove tecnologie. Una piattaforma UAV (unmanned aerial vehicle – veicolo aereo senza pilota) per rivelazioni aerofotogrammetriche consente di effettuare rilievi dell’area archeologica con camere multispettrali per la produzione di mappe digitali di elevazione e modelli 3D. Queste camere a quattro bande vedono il visibile (come le tradizionali fotocamere) e l’infrarosso vicino, consentendo di calcolare l’NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) e ottenere mappe di vigore della vegetazione. Attraverso questi dati è possibile monitorare le aree di prossimità degli scavi, al fine di individuare nel sottosuolo la probabile presenza di reperti non ancora portati alla luce.
Siralab ha recentemente preso parte al rilievo dell’area di scavo archeologico di Gravisca, antico emporio commerciale greco-etrusco a Tarquinia, per conto del Prof. Lucio Fiorini, dell’Università di Perugia, direttore degli scavi archeologici del sito.
Pubblichiamo in anteprima e in esclusiva per arkeomount.com alcuni esempi di analisi NDVI in una zona adiacente allo scavo. Non sono le più significative, poiché quelle che evidenziano la presenza di strutture nel sottosuolo sono attualmente oggetto di una pubblicazione scientifica. Nelle immagini che pubblichiamo si può comunque capire come funziona la tecnologia, che evidenza la differenziazione del fogliame, la cui crescita può variare in base alla presenza o meno di strutture. L’applicazione dell’NDVI in questo ambito applicativo è molto innovativa e suggerisce interessanti potenzialità.
Speriamo di avere presto la possibilità di pubblicare nuove immagini e approfondimenti sulle ricerche a Tarquinia che pare stiano portando al riconoscimento di una nuova struttura ancora da scavare.