Il Regno Unito ha molti spunti per la ricerca archeologica in ambienti anomali. A Londra ci è venuto spontaneo ricordare la nostra visita all’archeologia Irlandese del 2010 e proprio pochi mesi fa una news ha rinnovato il nostro interesse.
Nel 2011 è stato trovato un nuovo corpo mummificato in Irlanda. A sud est di Dublino, vicino alla città di Portaloise – nella palude di Cul na Móna – è emerso il corpo di una donna che probabilmente risale a tremila anni fa. Ben più antica dei due famosissimi corpi dell’uomo di Old Croghan e di quello di Clonycavan, entrambi esposti al Museo Nazionale Irlandese di Dublino, le cui datazioni risalgono al quarto secolo prima di Cristo. La datazione della nuova mummia delle paludi è ancora incerta e una conferma del primo millennio prima di Cristo la renderebbe molto interessante.
Anche il corpo di Portaloise (Co.Laois) è giunta a noi in un incredibile stato di conservazione grazie ad un ambiente privo di ossigeno, un terreno acido e freddo che ha impedito il decadimento di pelle, capelli e unghie. Alcuni particolari sono emozionanti, come le unghie delle mani praticamente intatti.
Tutti i corpi ritrovati nelle paludi mostrano segni di omicidio, studiati con tecniche di antropologia forense. Non fa eccezione il nuovo corpo, come conferma Ned Kelly, capo del dipartimento delle antichità del Dublin National Museum, che ne ha seguito il recupero nel 2011. Era dunque un ennesimo sacrificio umano.
Ma perché?
La teoria più recente e a nostro avviso interessante è fornita dalle ricerche dello stesso Ned Kelly in un articolo pubblicato nel giugno del 2010 su Archaeology. Nella sua interpretazione queste persone sono regnanti mancati e furono uccisi per marcare confini tribali. Gli uomini di Old Cronaghan e Clonycavan hanno entrambi i capezzoli recisi per impedire loro di regnare. Infatti, nell’antichità irlandese succhiare il capezzolo di un regnante era segno di sottomissione. Recidere i capezzoli intendeva impedirne la possibilità a regnare e l’offerta del corpo alla Dea della Terra era un restituire alla stessa Dea, moglie sacra del Re, il corpo del suo (mancato) sposo. Kelly nota anche che le molteplici ferite sui corpi lasciano intendere che la Dea non fosse solo connessa alla fertilità, ma anche alla guerra e alla morta. Una Dea del Mondo Infero ci viene da dire. Siamo ancora in attesa di sapere se il corpo di Portaloise riporti o meno identiche ferite.