Abbiamo ricevuto in questi giorni dall’amico Gary Ziegler alcune note direttamente dal campo. Gary, archeologo di National Geographic, è nuovamente a Choquequirao, sulle Ande peruviane.
L’anitca “città perduta” degli Incas – studiata e riportata dall’archeologo americano anche nel suo ultimo libro “Machu Picchuʼs Sacred Sisterʼs, Choquequirao and Llactapata” che ha presentato ad Arkeomount in questa intervista – custodisce alcune indicazioni che potrebbero essere molto utili per la ricostruzione del passato andino.
Infatti, la posizione ancora isolata della cittadella – probabilmente costruita dall’Inca Topa Yupanki e abbandonata nel 1572 con la cattura dell’Inca ribelle Tupac Amaru –
ci permette di studiarne non solo la relazione rispetto al paesaggio (pressochè immutato), ma anche le coltivazioni. Per questo motivo Gary Ziegler si trova a Choquequirao con alcuni etno-botanici. L’intenzione è di identificare piante ed alberi che possano essere stati introdotti in loo dagli Incas e che potrebbero essere sopravvissute nella fitta vegetazione che circonda le costruzioni e i muri solo recentemente ripuliti a colpi di macete.
Choqueqirao era una cittadella cerimoniale ideata e costruita in relazione con fiumi e montagne sacri, nonchè con fenomeni celesti rilevanti, come i solstizi di dicembre e giugno. Insieme a Machu Picchu era la città amministrativa di riferimento per la provincia ed è possibile che fosse oggetto di pellegrinaggi stagionali.
Nel report che ci ha inviato, Gary sottolinea che ci siano evidenze di come la coca fosse coltivata a Choquequirao in maniera massiccia (sono stati identificati magazzini per il suo stoccaggio) e anche distribuita per le cerimonie imperiali. Per svolgere questo ruolo, la città necessitava di una popolazione residente e pure numerosa. Gli esploratori e i ricercatori hanno effettivamente individuato sia i resti di un grande insediamento disposto su numerose miglie quadrate, che era posto proprio sopra uno dei templi principali (il Pinchaunuyoc) che ospitava
amministratori, inservienti e cerimonieri dei templi principali, sia un insediamento più lontano, nel quale probabilmente risiedevano i lavoratori della (chiamiamola così) “piantagione” di coca.
Ringraziamo Gary che ci consente sempre di riproporre ai nostri lettori le sue avventure!