Per gentile concessione della dott.ssa Todaro
Avevamo annunciato nel nostro post del 18 marzo che avremmo raggiunto la dott.ssa Simona Todaro, che in quei giorni aveva presentato le sue ultime ricerche nel corso di una conferenza stampa della Scuola Archeologica Italiana di Atene. In quell’occasione la studiosa italiana aveva presentato le sue ricerche sugli scavi delle città di Festo e Aghia Triada a Creta. Pubblichiamo l’intervista che la dott.ssa Todaro ha rilasciato alla redazione di Arkeomount.com nei giorni successivi la conferenza
Arkeomount(A): Dott.ssa Todaro, Venerdì 15 marzo ad Atene presso i locali dell’Archaeological Greek Service (Archaeologiki Aiteria) ha presentato in una conferenza pubblica dal titolo “Festos e Agia Triada nel periodo Prepalaziale: la dimensione domestica, rituale e funeraria” i risultati delle ultime ricerche da lei condotte nella pianura di Messara, a Creta. Ringraziandola di aver accettato al nostro invito di un’intervista per Arkeomount, Le chiediamo di descriverci brevemente il Suo percorso e i suoi studi, precisando alcuni dati che la news dell’ANSA riportavano in maniera errata
Dott. Simona Todaro (ST): Mi sono laureata a Ct, con il prof. Vincenzo La Rosa, con una tesi su materiali Prepalaziali inediti scavati dallo stesso La Rosa nel centro di Haghia Triada, e ho portato a termine lo studio dei depositi dell’Antica Età del Bronzo provenienti da questo sito mentre compivo la specializzazione presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, diretta dal Prof. E. Greco. L’esperienza ateniese è stata poi seguita da un periodo di studio in Inghilterra, presso l’Università di Sheffield, dove ho svolto un dottorato di ricerca su Festòs nel periodo Prepalaziale. Il mio peregrinare ha subito una parziale battuta d’arresto nel 2008, quando sono diventata ricercatrice a tempo indeterminato presso l’Università degli Studi di Catania, dove insegno preistoria e protostoria.
A: Bene, venendo alla campagna di scavo di cui ha riferito in conferenza, in quali zone avete concentrato i vostri sforzi e quali sono le principali evidenze archeologiche che sono emerse da questa campagna?
ST: La conferenza in realtà presentava i risultati delle mie ricerche condotte sul periodo Prepalaziale nella Creta Meridionale partendo dai risultati degli scavi condotti da Vincenzo La Rosa ma prendendo in considerazione anche i dati degli scavi precedenti, condotti da Luigi Pernier e Doro Levi. In particolare, ho cercato di illustrare le dinamiche che hanno portato al progressivo affermarsi di Festòs nella pianura della Messarà, prima come centro cerimoniale comunitario di tipo regionale e poi come central place che controllava la regione, quindi come centro di potere politico.
La revisione della storia insediativa di Haghia Triada e Festòs e della pianura della Messarà in generale nel periodo che ha preceduto la costruzione del primo palazzo a Festòs è stata possibile grazie ai risultati degli scavi condotti tra il 2000 ed il 2004 da V. la Rosa a Festòs, nel versante occidentale della cosiddetta collina del palazzo, che è la più bassa e la più orientale delle tre colline del comprensorio festio. Questi scavi hanno infatti portato alla luce sequenze stratigrafiche continue che hanno consentito di ridefinire la griglia di cronologia relativa del periodo Prepalaziale, periodo compreso tra la metà del IV e l’inizio del II millennio a.C. Grazie a questa revisione, è stato possibile datare le evidenze archeologiche della regione e quindi ricostruire le dinamiche, se non proprio le cause, che intorno agli inizi del II millennio a.C. hanno portato alla costruzione di un palazzo di tipo minoico, oggi meglio noto come “court-centred building”, cioè edificio a cortile centrale.
A:Su Arkeomount.com cerchiamo di essere attenti alla metodologia di scavo intrapresa, soprattutto in relazione all’ambiente nel quale ci si muove. Potrebbe brevemente descrivere ai nostri lettori quali siano le principali caratteristiche delle aree di scavo nella pianura di Messara di Creta e quali le tecniche utilizzate per operare nell’area? Quali le problematiche che il clima o l’ambiente in genere di questa zona di Creta pongono agli archeologi? quali attenzioni o “segreti” dovete adottare per essere efficaci?
ST: Scavare in terra straniera, nella fattispecie in Grecia, implica innanzitutto rimanere all’interno di aree di scavo ristrette, per lo più già ampiamente scavate e caratterizzare da complessi palinsesti pluristratificati. Uno scavo estensivo, per quanto auspicabile in linea teorica, si scontra con la necessità di acquistare il terreno e quindi con la sostanziale mancanza di fondi. Il periodo Prepalaziale, inoltre, pone dei problemi specifici connessi alla presenza di strutture monumentali di periodo successivo che nel caso di Festòs si concretizzano in due palazzi monumentali e varie strutture di periodo geometrico ed Ellenistico. Ciò imporne di procedere per piccoli saggi, al di sotto dei pavimenti delle strutture più tardi, e di provvedere dopo alla correlazione dei risultati ottenuti in ciascuno di essi. Quanto al clima, il problema fondamentale è il caldo umido dei mesi di Luglio e Agosto, i periodi prescelti per gli scavi
A: Sempre sul lato tecnico: qual è stata la vastità dell’area scavata, quante le persone coinvolte e per quanto tempo?
ST: Le ultime campagne di scavo, che sono anche state le più proficue per la conoscenza del periodo Prepalaziale, si sono concentrate sul versante occidentale della collina del palazzo e nell’area del piazzale occidentale del palazzo stesso. La presenza di strutture più tarde ha imposto una procedura per piccoli saggi in profondità, che è stato poi necessario confrontare tra loro per avere un quadro più chiaro della stratigrafia. Ogni piccolo saggio è eseguito da un archeologo con l’aiuto di un operaio specializzato e in presenza di alcuni studenti. La collaborazione degli studenti nelle fasi dello scavo è spesso molto ridotta, perché le operazioni di scavo si concentrano in tre settimane e quindi si ha la necessità di procedere con notevole celerità. Nel 2011 e 2012, tuttavia, allo scavo hanno partecipato 10 studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia, opzione internazionale.
A:La pianura di Messara è dal 1900 un luogo caro all’archeologia italiana grazie al fondamentale e pionieristico lavoro di Federico Halbherr, inviato a Creta da Domenico Comparetti sul finire dell’800. L’Italia si aggiudicò gli scavi a Festos mentre gli inglesi si accaparrarono quelli di Cnosso. Molta strada è stata fatta e da allora: prima la Missione Archeologica Italiana di Creta, poi la nascita nel 1909. Diretta da Pernier, Della Seta, Levi, Di Vita e dal 2000 da E. Greco. Quali i principali temi di ricerca che verosimilmente saranno la guida dei prossimi scavi? Ha qualche anticipazione per noi (come ad esempio se e quando è prevista la prossima campagna di scavi?)
ST: Negli ultimi 15 anni la nostra attenzione è stata rivolta a chiarire due punti della preistoria dei siti di Festòs e Haghia Triada: il periodo precedente la costruzione del Primo palazzo, quindi il periodo compreso tra la metà del IV e l’inizio del II millennio a.C., e il periodo compreso tra la distruzione del primo palazzo e costruzione del secondo, che in termini di cronologia assoluta si colloca all’incirca tra 1750 a.C. e il 1650 a.C. Per il momento siamo impegnati nella pubblicazione dei risultati degli ultimi anni: si faranno pertanto piccoli saggi di verifica, ma le nostre energie saranno concentrate sullo studio e pubblicazione dei materiali degli scavi passati.
A: un suo breve commento sullo stato attuale degli scavi dell’età Minoica. Cosa sappiamo di nuovo che dieci anni fa non sapevamo ?
ST: Negli ultimi 15 anni l’Archeologia Minoica ha subito un processo di revisione dovuto sia alla scoperta di nuovi siti, sia al proseguimento degli scavi in siti conosciuti da secoli, sia e soprattutto al riesame della documentazione disponibile sulla base di nuovi approcci metodologici e di nuovi modelli interpretativi. In particolare, la ricostruzione della società minoica nelle varie fasi della preistoria dell’isola è sempre rimasta al centro degli interessi degli studiosi, ma con un punto di vista post-processuale o contestuale che da la priorità alle social practices cioè alle azioni socialmente condivise dalle comunità, al concetto di “performance” e alle social arenas (luoghi deputati alla “contrattazione” delle identità sociali). Questo processo di revisione è testimoniato da una serie di studi monografici e congressi internazionali in cui di parla di re-thinking o ricorre la parola re-visisted a partire da “Labyrinth revisisted: Rethinking Minoan Archaeology (a cura di Y. Hamilakis, Oxford 2002) per finire con “Back to the beginning: Reassessing Social and Political Complexity on Crete During the Early and Middle Bronze Age (a cura di J. Driessen, I. Schoep, P. Tomkins, Oxford 2012). Le novità più significative riguardano i Palazzi Minoici, di cui si sono messe in evidenze le macroscopiche differenze rispetto a quelli della Grecia continentale di periodo successivo (cittadelle micenee), cercando soprattutto di non vedere il fenomeno palaziale in maniera monolitica, ma distinguendo una prima fase, in cui l’aspetto cerimoniale era sicuramente prevalente rispetto ad altre funzioni, da una seconda fase in cui l’aspetto economico-politico diventa più evidente, ed una terza fase, quella Micenea, il cui i palazzi diventano l’espressione architettonica di una società gerarchica e verticistica, retta da un wanaka, che sarebbe l’anax, il re dei testi omerici.